martedì 3 marzo 2015

7. Partecipare a un casting: dieci punti da tenere in considerazione secondo Bruno Keller

Il regista mi ha spedito via mail questi che credo siano i suoi appunti per il casting di Mal'essere. Immagino li abbia scritti così, senza un ordine logico - ma a queste anomalie di Bruno Keller, mi ci sto abituando.
Le riporto senza correggere, ordinare, cambiare niente.
Inizia così:
1. A quelle che mi spediscono fotografie manipolate, le mando immediatamente a cagare. Punto.
2. Mi piacciono gli attori che si preparano meticolosamente e che sono capaci di rimettersi in gioco completamente. Improvvisare significa far venir fuori la vita ed è l'unica cosa che m'interessa davvero.
3. Non sopporto la gente sciatta ma odio anche gli eccessi di classe. Adoro le donne in tailleur. I maschi protagonisti dei miei film sono sfacciatamente carismatici - i belli assoluti vanno bene per le foto dei modelli che trovo dal barbiere.
4. Durante il casting difficilmente faccio recitare su parte. In genere chiedo agli attori di mostrarmi un risveglio - dico loro: immagina di esserti incazzato per una serata andata a male, di aver fatto fatica a prendere sonno. Dormi da tre ore. Driiiin, suona la sveglia. Fammi vedere come apri gli occhi, come ti muovi. Se superano la prova, è facile che li prenda.
5. I depressi, quelli che hanno necessità di lavorare, quelli troppo sicuri, quelli che vogliono partecipare al mio film a ogni costo, li mando a cagare.
6. Mi piace l'ironia, adoro l'autoironia. Nulla di forzato, qualcosa che vien su senza pudore - questa umanità che riconosce nell'errore uno dei sensi più precisi della vita. Nelle donne questa qualità diventa la chiara testimonianza della presenza, in loro, di un'essenza divina.
7. Il volto e le mani. Una necessaria imprecisione, una lieve assenza di simmetria, sono elementi rari, che una volta ho trovato. Così come ho trovato un taglio impossibile degli occhi.
8. Adoro scoprire una leggera inflessione dialettale, qualcosa che mi riporti rapidamente a una realtà antica, ancestrale.
9. Sento istintivamente l'odore che emana il corpo. Il profumo mi distrae e mi rende nervoso. Quasi soffoco. Anche in questo caso la sensazione è che si copra qualcosa, che mi si menta. Sono sensibile agli odori selvaggi che riconosco immediatamente.
10. Gli attori che lavoreranno con me diventeranno parte della mia vita. Devo adorarli e fondermi con loro. Fisicamente dovranno rimandare a me, dovranno, in qualche modo, somigliarmi. Fare un film, più di ogni altra cosa, è questo: una fusione di corpi. L'arte è questo. Un rendere visibile il fluido che unisce tutto l'universo.
Puoi mandarmi a cagare quando vuoi, inutile dirlo.

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